La colazione italiana Previous item L'accoglienza: il punto di... Next item Amato gelato artigianale

Possiamo definirla il rito più importante della giornata, il momento in cui realmente diamo inizio alla nostra giornata, ovvero la colazione! E per noi italiani la colazione vuol dire solo una cosa: cornetto e cappuccino!! È un momento che dura all’incirca 5 minuti (perché sicuramente siamo in ritardo a lavoro o perché sta per suonare la campanella della scuola), ma quei 5 minuti in realtà li viviamo come se fossero infiniti. Sì perché la colazione, sia che siamo in ritardo o no, va goduta, va gustata dal primo sorso di cappuccino all’ultimo morso di cornetto. È il nostro buongiorno!

Ma cosa conosciamo realmente di questa combinazione perfetta?

Tutto ha inizio a Vienna, durante l’assedio da parte dei Turchi.

La battaglia iniziò nel 1683 , e l’esercito, formato da polacchi austriaci e tedeschi, era in netta minoranza rispetto ai turchi, e in quel giorno non erano neanche presenti a Vienna. Dopo una turbolenta battaglia, però, gli austriaci riuscirono miracolosamente a respingere i turchi, e questi ultimi, durante la loro ritirata, abbandonarono dei sacchi di caffè tostato, all’epoca ancora sconosciuto al popolo europeo.

Nacque quindi la prima caffetteria e il 12 settembre, il giorno dopo la vittoria, vi entrò un frate cappuccino, Marco D’aviano, a cui venne offerto un caffè. Il frate però non gradì affatto la bevanda, anzi, la trovò troppo amara, un gusto a lui terribile. Proprio per questo chiese di aggiungerci prima dell’acqua e dopo del latte e a quel punto la bevanda prese il colore della sua tonaca. Da qui il termine “Kapuziner”, ovvero cappuccino.

Ma un’aspetto ancora più interessante è la nascita del cornetto. Per festeggiare la vittoria contro i turchi, un fornaio decise di creare questo dolce fatto con la pasta sfoglia, non a caso la pasta sfoglia in Francia viene chiamata “viennoiseries”, ovvero cose di Vienna, e decise di dargli la forma della mezzaluna proprio per ricordare la bandiera turca: un affronto nei confronti dell’esercito ottomano, perché metaforicamente è come se “mangiassero i nemici”.

Di sicuro una gran bella storia, che ci permette di apprezzare di più questo fantastico connubio che, diciamoci la verità, mette la giornata di buonumore.

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